Sim, como o adjetivo. blblA

Con queste parole mi riprendo tutte le insicurezze, il senso di inadeguatezza, I mille problemi e tutta quella voglia di piangere, spaccare il mondo e sbagliare, sbagliare sempre.
Perché la vita ci insegna a sopravvivere con grande calma, in lunghi e spensierati anni, solo per poi catapultarci a vivere nell'adolescenza, senza mai accennare consigli o raccomandazioni, e lasciando a noi il piacere di scoprire quali siano le regole del gioco, quali gli strumenti da utilizzare. çasciati da soli sul ring ad incassare lezioni, impariamo da soli.
Ogni poesia e esattamente questo, il racconto di una prova.
La storia di un frutto acerbo.

Non il cuore e le rose, non i tramonti. No, vicoli bui, crepe che si allargano a ogni parola detta male, a ogni silenzio insensato, l'incomprensione ed il desiderio nel frastuono della discoteca. Ti porto nel viaggio sporco e fragile che inizia quando ci lasciamo scoprire, senza difese, e finisce quando la fragilità diventa trappola, nevrosi: quel nodo stretto tra chi siamo e chi pensavamo di essere, tra ciò che vogliamo e ciò che riusciamo a dare. Quel tentativo disperato di non perdere il controllo, mentre l’amore ci prende a schiaffi senza tregua o respiro: cresci o muori.
Ogni poesia è uno specchio rotto. Ogni frammento riflette il momento in cui il sentimento si fa peso, la debolezza si trasforma in ossessione e il noi diventa un campo di scoperta denso ed intricato.
Qualcosa di bellissimo: la voglia, nonostante tutto, di restare, di capire, di amare. Come imparariamo a restare insieme?

Questa raccolta non ha senso, e non lo cerca. Non vuole piacerti, non vuole darti risposte. È un pugno di racconti che non chiedono di essere letti, ma guardati. Come una vecchia foto strappata in un cassetto, come lo specchio che eviti di incontrare quando torni a casa distrutto. Qui le parole non raccontano: mostrano.
Sono storie di volti che vorresti fissare troppo a lungo, di mani che stringono cose che non sanno trattenere, di ossessioni che ti tolgono il sonno e ti lasciano sveglio a contare i pezzi di te stesso che non hai più. Di attaccamenti che non riescono a fiorire, di legami che sanno solo spezzarsi. È l’eliminato non banale dell'esistenza.
Non c’è speranza, ma c’è verità. Una verità cruda, ruvida, senza filtri. Questi racconti ti passano accanto come ombre in una strada buia, ti guardano, e vanno via. Se sai seguirli, sai già dove ti porteranno.

Non aspettarti sorprese, non aspettarti colpi di scena. C’è solo uno come me. Uno che si sforza, ma non sta andando da nessuna parte. Uno che si guarda attorno e vede un mondo pieno di divertimenti confezionati, identità impacchettate e che non riesce a digerire niente: questo è il racconto di una vita che non ha nulla di straordinario, di un qualcuno che nessuno si prende mai la briga di descrivere. Di un eterno scomodo osservatore. Qualcuno che vive ai margini, si muove a tentoni, sempre in bilico tra quello che vorrebbe e quello che c’è. Non ha niente da mostrarti, ma forse può incontrarti. Anche se non è intrattenimento, è la catastrofe perfetta: qualcuno che si sforza.
